Racconti

…..BASTA DISTRARSI UN ATTIMO PER RITROVARSI A VIVERE IN UNA GROTTA…..

Ricordo che era una mattinata di primavera e il sole era alto quando uscite dall’albero cavo, ci dirigemmo al borghetto ai piedi del castello, lungo il sentiero incontrammo un signore distinto che indossava una lunga tunica, aveva lunghi capelli lisci raccolti in una treccia bassa;  proseguendo con la rapida osservazione dell’uomo notai due lunghe orecchie a punta e uno strano pallore della pelle, era quasi opalescente. Sulla spalla aveva un pluffo tutto verde che si fiondò davanti al muso di Ginny.
Feci uno scatto in avanti nel tentativo di fermarlo per la sua incolumità ma Briseide mi bloccò
“Tranquilla è un Pluffo elementale della natura, sa parlare con tutte le specie animali”.
Portai lo sguardo sul mio cane che, in effetti, non lo aveva aggredito ma anzi era seduta ed emetteva strani mugolii e piccoli guaiti.
Blaramir, così si era presentato a noi l’elfo, e il suo pluffo Frum si unirono a noi, dovendo anch’essi raggiungere il paese.
Frum doveva essere davvero bravo con gli animali perché non avevo mai visto Ginny comportarsi così.
Giunti alle prime abitazioni ci dividemmo, noi eravamo dirette dal cartografo e loro al bazar naturalistico.
Entrammo in una vecchia bottega angusta piena di fogli arrotolati e appoggiati su pareti scaffalate, rotoli di pergamena e mappe di ogni genere appese ai muri. Una campanella suono al nostro ingresso e da una nuvola di polvere comparve d’incanto un omino gobbo con una lunga barba a cui , da metà in poi, aveva appena fatto una treccia abbellita con fili di stoffa, pizzi e campanellini tintinnanti e qualche filo d’erba fiorito.
“Prego signore ditemi come posso aiutarvi” ci disse cordiale
“Buongiorno mastro Drumlin, vorremmo una mappa dei luoghi incantati” gli rispose Briseide.
L’uomo sollevo una mano verso l’alto e schioccò le dita, con uno sbuffo di polvere comparve un rotolo di carta a mezz’aria  “Vi serve altro?” ci chiese in seguito sempre mantenendo un tono gentile.
La strega scosse la testa allungandogli i soldi, prendemmo poi la mappa e salutandolo ci congedammo.
Briseide mi porse la pergamena arrotolata
“E’ per te, ti tornerà utile” mi disse.
“È per te, ti tornerà utile” mi disse. Presi il rotolo di carta con aria perplessa.
“Avanti aprila, non morde!”
Srotolata la pergamena, vidi una mappa che indicava luoghi magici e luoghi impossibili, la rosa dei venti girava su se stessa, le onde del mare si muovevano in su e in giù e il viso di Eolo, che soffiava, mi fece l’occhietto.
C’erano nomi di terre che non avevo mai sentito, e noi a quanto pare ci trovavamo a -Il Giardino Incantato-
“Hai intenzione di portarmi in tutti questi luoghi?” chiesi ironica.
“Se vuoi” rispose lei a tono.
“Ti servirà in caso tu volessi tornare qui, o se da qui a vorrei andare in altri luoghi incantati; non puoi fare affidamento sulle varcaterre se non sai come aprirle!
Per usarla devi solo appoggiare il dito sul luogo in cui vuoi andare e lei ti risucchierà spostandoti là.
Fece un breve sospiro prima di proseguire.
“Poi devi anche sapere che per poter andare in un luogo magico devi avere qualcosa di quel luogo, o qualcosa di abbastanza potente che ti ci conduca e questo fa al caso tuo!
Devi portarla sempre con te in modo da averla in caso di necessità”.
“Ehm” La interruppi per un momento 
“Anche con tutta la più buona volontà non credi che sia un po’ difficoltoso portarla sempre con me?! Non ho l’abitudine di girare con un baule”.
Spalancai nuovamente la pergamena mostrando Briseide l’ampiezza della mappa che superava il metro quadro.
“Giusto!” sbottare lei, poi mormorando parole incomprensibili agito alle mani sulla mappa che si rimpicciolì di colpo finendo per diventare 5 cm per lato.
La arrotolò e la infilò in una fiala appena estratta da una tasca, mormorò altre parole strane e una sabbietta dorata si formò tutto intorno, la tappò e me l’allungo. 
“Ok, non per essere petulante ma ora è impossibile leggerla, è troppo piccola”.
Briseide sorrise “È incantata ora, ogni volta che la estrarrai dalla fiala tornerà a grandezza naturale ma…. fece una breve pausa, poi puntando l’indice verso il cielo e muovendolo ritmicamente avanti indietro come l’ago di una bilancia mi disse 
“Ascoltami attentamente c’è un grosso MA! nel tuo mondo non funziona.
La fiala è in grado di contenere la magia e proteggerla in qualunque terra, ma se apri il tappo nel tuo mondo la magia svanirà e ti ritroverai con un pezzo di carta disegnato”.
Annuii vigorosamente ” ho capito, vietatissimo aprirla nel mio mondo, e sempre averla con sé!” Riassunsi sbrigativamente.
“Esatto ricordati che questa regola vale per tutte le pozioni e tutti gli incantesimi in bottiglia, nel tuo mondo funzionano solo se NON vengono stappati” concluse la strega.
“Pozioni incantesimi dici? e di che tipo si possono imbottigliare?”
Di qualunque tipo disse lei estraendo dalla tasca un libretto azzurro grande quanto il palmo di una mano -MANUALE PRATICO DI POZIONI E INCANTESIMI- che dopo qualche mormorio della donna diventò un libro di dimensioni normali.
“Quando torneremo a casa mia, ti mostrerò tutte le pozioni che vuoi” disse porgendomi il libro
“Ora è tempo di trovarti una sistemazione, vieni” esclamo avviandosi verso una via piena di strane casette.
“Ehi no aspetta io ho già una casa al di la della varcaterra ricordi?”
Briseide mi sorrise “Certo che ricordo, non temere non voglio trattenerti qui con la forza, ma ho grandi progetti per te! Vedrai ti piaceranno, ora però aiutami, cerchiamo la casa giusta per te, quella in cui collegheremo stabilmente la varcaterra che porta direttamente a casa tua”.
Le feci notare che non potevo permettermi di pagare perché non possedevo gobloni e lei mi disse che aveva intenzione di assumermi come sua aiutante.
“Uh un’apprendista strega, emozionante!” esclamai festosa.
Ma Briseide con aria sorniona mi rispose “Non esattamente, il tuo compito sarà più delicato e assai più complicato.
“Che ne dici di questa” mi domandò sviando il discorso?
Guardai poco convinta l’abitazione che secondo Briseide poteva fare al caso mio.
“ehh…. una…. grotta? Ok è vero che non posso pagare, ma una grotta non credi sia un tantino eccessivo?”
“No” mi sorrise scuotendo la testa “non hai capito, qui metteremo la varcaterra d’ingresso alla tua abitazione le collegherò con la magia e provvederò anche a mettere una barriera in modo che nessun animale decida di farci la tana” Annuii al suo dire “Certo, qui va benissimo, ma come mai non la colleghi a una porta o a una casetta normale come quelle del villaggio?
Beh vedi le streghe, le fate e i loro aiutanti creano le loro dimore in luoghi sicuri, dove non possono essere trovati da Troll, Goblin o altri esseri malvagi, che tenterebbero di rubargli i poteri, o nel caso degli aiutanti li userebbero come merce di scambio per rubare i poteri del loro amico magico.
Annuendo con forza non potei fare altro che trovarmi assolutamente d’accordo con lui, in fondo non c’è nulla di meglio di una casa sicura e tranquilla.
“Bene ” sbottò la strega “Barnaby prepara tutto per avere una varcaterra stregata misura standard, intarsi naturali, colore verde”. Il pluffo annuì e in un guizzo scomparve.
“Cara noi ora possiamo tornare a casa mia, il resto lo faremo da lì”. Ci incamminammo per uno splendido sentiero caratteristico, dove vidi molti strani fiori e giurerei di averne visto un paio muoversi.